domenica 10 febbraio 2008

Professore Fernando Mario da Silva Martins
Attualmente insegna all’Università Federale del Cearà
E all’ IMPARH –Istituto Municipale Amministrativo di Risorse Umane.




La mia origine
A parte il fatto che mai mi é passata per la testa l’idea di affrontare un argomento di questo genere , mi piacerebbe parlare un po’ di quello che mi ricordo della mia origine. E’ conveniente dire che non sono di origine italiana e penso che la gran maggioranza dei miei compatrioti non se ne accorgano dell’importanza di saperlo. Intanto, non si può dimenticare la forte emigrazione italiana, tedesca, giapponese e araba al sud Brasile che ha contribuito ancora più alla formazione di un caleidoscopio di razze e culture dentro un Paese continentale. Qui al nord est non siamo né portoghesi , né africani , né indigeni (i primi abitanti) anzi, siamo una mescolanza di tutti questi.
Per quanto riguarda la mia origine in particolare , vengo da una città al nord est . Una città particolarmente piccola al tempo stesso la sua bellezza./ secondo me manca qualche cosa perché non si capisce che cosa vuoi dire/ Si chiama Itaiçaba e come quasi tutte le città cearensi il nome provenne da una Lingua indigena –tupi guarani-. In realtà Itaiçaba vuol dire passaggio(çaba) di pietra(Ita).
In famiglia eravamo in otto perché mio padre è morto quando io di questo mondo non capivo un' acca , avevo ancora 2 anni . Comunque la nostra famiglia é composta dalla mamma, tre sorelle e due fratelli. Una parte abita ancora a Itaiçaba e l’altra abita a Fortaleza. Si può vedere sotto che i miei ricordi non sono diciamo proficui ma in verità si verifica una predominanza di cognomi portoghesi visto che neanche gli africani e gli indigeni non avevano la tradizione di averne uno. All’interno del nucleo familiare ricordo delle favole raccontate dalla mia mamma sui miei antenati . Si sa, appunto, che il mio nonno paterno era di colore e la mia nonna materna era indigena rubata dalla tribù da mio nonno.



Mi capita spesso di usare il termine “di origine” dato che non erano ,per quello che si sa ,originati direttamente dai popoli sopracitati. La gran maggioranza 95% degli abitanti della mia città hanno la stessa origine. Ma come tutte le città di campagna , Itaiçaba non offriva e ancora non offre posti di lavoro per tutti principalmente per i giovani, provocando uno spostamento di questi giovani alle città più grandi alla ricerca di lavoro , di studio , insomma di una maniera per sopravvivere. A questo fenomeno si dà il nome di esodo rurale. E’ capitato anche a me . A 18 anni mi sono trasferito a Fortaleza , la capitale del nostro stato, la quarta più grande città del Brasile. Ho superato l’esame per l’università . Questo è stato uno dei momenti più difficili della mia vita perché non sapevo cosa volevo fare , ero ancora giovane e immaturo per decidere quale professione seguire per una buona parte della mia vita. Un giorno mi sono fatto una domanda: da piccolo cosa volevo fare da grande ? Cosi mi é venuto in mente tutte le volte che insieme ai miei amici giocavamo a essere professori e studenti. A quell’epoca era già forte il mio amore per la Lingua Italiana. Una passione diciamo platonica da parte di un bambino di una famiglia umile che poteva fargli vedere e conoscere molte cose .Mi stupivano i film su Roma. Ormai avevo deciso di fare Lettere- portoghese e italiano all’Università Federale del Cearà. Ce l’ho fatta. Sono stati anni di evoluzione culturale e intellettuale che hanno contributo alla mia formazione come persona e cittadino.
Adesso , lavoro presso questa Università in cui mi sono laureato nel 2003. Ora mi conviene parlare un po’ sul nostro Corso. L’Università ha un progetto mi pare da 40 anni nell’insegnamento delle Lingue Straniere. Cosi abbiamo sei case di culture straniere. La nostra, ovviamente, è la Casa di Cultura Italiana in cui funziona il Corso di Lingua Italiana Basico. Esso è diviso in sette semestri di Lingua e Cultura Italiana, circa 460 ore/lezione. Siamo in sei insegnanti per un corpo discente di circa 500 studenti tra le età da 15 a 65 anni. Oltre all’italiano si imparano anche l’Inglese , il Francese, lo Spagnolo, il Portoghese e il Tedesco. In tutto abbiamo circa 5.000 studenti. Una buona parte è universitaria visto che li nel campus funziona anche il Corso di Lettere, Giornalismo , Amministrazione , Storia , Economia e Scienze sociali. I nostri studenti si interessano dell’Italiano per motivi diversi.
Su 100 %
40 % per piacere e per l’amore all’Italia;
35 % per motivi di lavoro o studio ;
5 % perché è di origine italiana, proveniente dal sud Brasile in genere;
10 % perché vuole imparare un’altra lingua ;
10 % perché vuole venire in Italia in vacanze o per conoscere i parenti.

Comunque , il nostro Corso funzione senza nessun incentivo dell’Italia. Forse non sanno nemmeno dell’esistenza dell’Università Federale del Cearà. Questo progetto delle Case di Cultura è unico in Brasile. Dal 1970 la nostra Università non aveva l’opportunità di mandare uno dei suoi insegnanti tramite borsa di studio assegnate dalle Universtà Italiane. L’ultima è stata assegnata da Perugia nel 1972, se non sbaglio. La cosa più incredibile che sia io sono l’unico fra gli insegnanti di Fortaleza ad avere avuto una borsa di studio e a venire a conoscere l’Italia.
Un bel giorno, in un momento di pazzia forse, ho deciso di mandare una e-mail a tutte le istituzioni a cui interessava la diffusione della Lingua Italiana. Non che nessuno non ci abbia provato. Li per li , ho scelto Siena – Università Per Stranieri di Siena , come la prima. Ho scritto direttamente al Magnifico Rettore che mi ha risposto tramite la sua Segreteria e mi ha fatto vedere cosa si poteva fare per avere una delle tante borse assegnate da Loro tutti gli anni. Ormai sono venuto, è stata un esperienza indimenticabile. Questa opportunità mi ha avvicinato alla Cultura Italiana in generale. Penso che Siena non è una città che abbia bisogno di omaggi , è bella per sé stessa e parla per sé stessa. Un patrimonio dell’Umanità che sarà sempre dentro i miei occhi. Comunque, un mese e qualche giorno non sono affatto sufficienti perché una persona possa dire, Siena , la conosco. Al di là della storia senese c’è appunto il cittadino senese, il più grande patrimonio di questa terra. Una città molto accogliente e molto calda , malgrado il freddo. Vi ringrazio tantissimo per l’opportunità che mi è stata affidata.
E' intrigante, ma esattamente la parte del Brasile in cui l’emigrazione italiana non c’è stata è quella a interessarsi di più dell’ Italiano.Non ho ancora finito la relazione. questa Università è l’unica del nord a laureare in italiano. In questo momento sono circa 150 studenti che in futuro saranno insegnanti di Lingua Italiana.

Oltre L’Università Federale, c’è a Fortaleza un’altro centro di studio. Si chiama IMPARH – è centro di Lingue del Comune di Fortaleza, funziona sulla base di quello dell’UFC. Sette semestri di Lingua e Cultura Italiana. Qui ci sono circa 350 studenti interessati e coinvolti con l’Italia. Si imparano anche altre Lingue –portoghese, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Neanche questo ha incentivi del Governo Italiano.
Tutte e due i Corsi di Lingua(IMPARH e UFC) sono pubblici aperti alla comunità cearense da anni . Si paga insomma una tassa(circa 60 reali non meno di 20 euro) per ogni semestre.
In questo momento , Fortaleza è una delle città turistiche più ricercata dalla gran maggioranza degli italiani che vanno al nord est. Agli italiani piacciono soprattutto le belle spiagge e il clima gradevole tutto l’anno. Il fatto che vogliano sempre parlare in italiano , ha fatto sì che ci fosse una maggiore ricerca dei giovani cearensi alla Lingua.
Da noi, si sente molto parlare della forte influenza italiana al Sud e dei rapporti fra l’Italia e i suoi compatrioti , tuttavia la diffusione di una lingua non deve essere affidata soltanto agli emigranti sparsi in tutto il mondo, ma agli interessi economici e cultura che questa nazione spera di aver del mondo per il futuro.

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