Avete ovviamente notato che il tema della settimana è l'omosessualismo. Ben sapete che in Italia , principalmente in Toscana gli omosessuali maschi sono chiamati di finocchi, ma perché ? Mi sono fatto questa domanda e ho cercato su internet. Ho trovato molte giustificative. Leggete il testo. È al minimo interessante.
Le proposte sono molte, ed alcune anche bizzarre: c'è ad esempio chi propone un lambiccato fenor culi (in latino: "vendita del c..u..l...o"), e chi lo ricollega all'ortaggio omonimo per varie ragioni.
Alcuni perché esso "ha il gambo vuoto" (e qui saremmo nel campo di buco o cupio), altri perché i finocchi detti "maschi" sono più gustosi di quelli detti "femmine", altri infine (Luciano Massimo Consoli, Viva l'Italia, "Ompo", V 1979, n. 51, pp. 2-6, p. 5), perché "il finocchio è pianta agametica, cioè che si riproduce senza essere impollinata, e quindi non ha bisogno dell'"altro" sesso".
Ma la proposta di etimologia che ha veramente fatto furore negli ultimi anni è quella che ricollega i finocchi ai roghi medievali di sodomiti.
Secondo tale spiegazione, per coprire l'odore di carne bruciata sarebbe stato anticamente costume usare legno di férula (quello spugnoso prodotto dalle piante di finocchio selvatico), oppure (addirittura!) fasci di finocchi buttati nel fuoco.
A sostegno di tale tesi si cita il parallelo con l'inglese faggot, che significa tanto "fascina di legna" che "omosessuale".
Come accade spesso nelle questioni intricate, la spiegazione è in realtà molto più semplice di quanto tale involuta spiegazione lasci pensare.
Innanzitutto non si è finora riusciti a trovare attestazioni dell'uso di gettare finocchi sui roghi. La consultazione di documenti antichi non mi ha finora permesso di trovarne traccia (e se qualcuno riesce a trovare una qualsiasi attestazione è cortesemente pregato di comunicarmela, perché fin qui nessuno è stato in grado di farlo!).
In secondo luogo resterebbe da spiegare perché, se l'ipotesi che lega finocchio ai roghi è corretta, le altre categorie di persone in passato condannate alla stessa pena non abbiano ricevuto lo stesso nomignolo, sul modello di quanto accaduto con buggerone. Perché le streghe non sono "finocchie"?
Infine va sottolineato che il parallelo con faggot non regge, perché, come ha dimostrato Warren Johansson (The etymology of word "faggot", "Gay books bulletin", n. 6 (Fall 1981), pp. 16-18 e 33), faggot nel senso di "omosessuale" nacque in America solo alla fine del secolo scorso, derivando da un fagot, antico francese e poi inglese, che significava "carico pesante" (e da qui l'inglese per "fascina", ma anche l'italiano... "fagotto" ) e poi "donna pesante da sopportare", "donna noiosa", in parallelo con il già citato peppia nostrano ("donna petulante e insopportabile" e "checca").
L'etimologia più corretta sarà insomma, e senza dubbi, quella che mette in relazione il significato odierno di finocchio con quello che la parola aveva nel medioevo, e cioè "persona dappoco, infida", "uomo spregevole".
In questo senso lo troviamo ad esempio già in un apocrifo dantesco (sec. XIV):
E quei, ch'io non credeva esser finocchi, [traditori]
ma veri amici, e prossimi, già sono
venuti contra me con lancie, e stocchi.
E quegli, ch'era appresso a me più buono,
vedendo la rovina darmi addosso,
fu al fuggir più, che gli altri, prono.
(Dante Alighieri (apocrifo), I sette salmi penitenziali, Tipografia Silvestri, Milano 1851, p. 49).
A sua volta tale uso traslato della parola deriva probabilmente dall'uso di semi di finocchio per aromatizzare la carne e soprattutto la salsiccia.
Il seme di finocchio ovviamente non aveva alcun valore, al paragone con le costosissime spezie che venivano dall'Oriente. Si confronti il toscano "finocchi!" per "Cose da nulla!" nonché il modo di dire "essere come il finocchio nella salsiccia", ossia: "non valere nulla".
Quindi: da "cosa o persona di nessun valore", la parola "finocchio" è passata a indicare "uomo spregevole", che non vale nulla, che non merita nessuna stima, e poi, in senso più restrittivo, "uomo spregevole in quanto si dà alla sodomia passiva". Tutto qui.
Ma la proposta di etimologia che ha veramente fatto furore negli ultimi anni è quella che ricollega i finocchi ai roghi medievali di sodomiti.
Secondo tale spiegazione, per coprire l'odore di carne bruciata sarebbe stato anticamente costume usare legno di férula (quello spugnoso prodotto dalle piante di finocchio selvatico), oppure (addirittura!) fasci di finocchi buttati nel fuoco.
A sostegno di tale tesi si cita il parallelo con l'inglese faggot, che significa tanto "fascina di legna" che "omosessuale".
Come accade spesso nelle questioni intricate, la spiegazione è in realtà molto più semplice di quanto tale involuta spiegazione lasci pensare.
Innanzitutto non si è finora riusciti a trovare attestazioni dell'uso di gettare finocchi sui roghi. La consultazione di documenti antichi non mi ha finora permesso di trovarne traccia (e se qualcuno riesce a trovare una qualsiasi attestazione è cortesemente pregato di comunicarmela, perché fin qui nessuno è stato in grado di farlo!).
In secondo luogo resterebbe da spiegare perché, se l'ipotesi che lega finocchio ai roghi è corretta, le altre categorie di persone in passato condannate alla stessa pena non abbiano ricevuto lo stesso nomignolo, sul modello di quanto accaduto con buggerone. Perché le streghe non sono "finocchie"?
Infine va sottolineato che il parallelo con faggot non regge, perché, come ha dimostrato Warren Johansson (The etymology of word "faggot", "Gay books bulletin", n. 6 (Fall 1981), pp. 16-18 e 33), faggot nel senso di "omosessuale" nacque in America solo alla fine del secolo scorso, derivando da un fagot, antico francese e poi inglese, che significava "carico pesante" (e da qui l'inglese per "fascina", ma anche l'italiano... "fagotto" ) e poi "donna pesante da sopportare", "donna noiosa", in parallelo con il già citato peppia nostrano ("donna petulante e insopportabile" e "checca").
L'etimologia più corretta sarà insomma, e senza dubbi, quella che mette in relazione il significato odierno di finocchio con quello che la parola aveva nel medioevo, e cioè "persona dappoco, infida", "uomo spregevole".
In questo senso lo troviamo ad esempio già in un apocrifo dantesco (sec. XIV):
E quei, ch'io non credeva esser finocchi, [traditori]
ma veri amici, e prossimi, già sono
venuti contra me con lancie, e stocchi.
E quegli, ch'era appresso a me più buono,
vedendo la rovina darmi addosso,
fu al fuggir più, che gli altri, prono.
(Dante Alighieri (apocrifo), I sette salmi penitenziali, Tipografia Silvestri, Milano 1851, p. 49).
A sua volta tale uso traslato della parola deriva probabilmente dall'uso di semi di finocchio per aromatizzare la carne e soprattutto la salsiccia.
Il seme di finocchio ovviamente non aveva alcun valore, al paragone con le costosissime spezie che venivano dall'Oriente. Si confronti il toscano "finocchi!" per "Cose da nulla!" nonché il modo di dire "essere come il finocchio nella salsiccia", ossia: "non valere nulla".
Quindi: da "cosa o persona di nessun valore", la parola "finocchio" è passata a indicare "uomo spregevole", che non vale nulla, che non merita nessuna stima, e poi, in senso più restrittivo, "uomo spregevole in quanto si dà alla sodomia passiva". Tutto qui.
Da yahoo risposte La SQUILIBRATA Daria
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