giovedì 10 febbraio 2011

PASSATO REMOTO: USI


Il passato remoto è usato raramente nel parlato nel nord Italia, mentra nel sud è più usato del passato prossimo.
Il passato remoto è il tempo della narrazione scritta, formale: è usato nei romanzi, nelle novelle e nelle fiabe, nei testi di storia e letteratura, nei profili bibliografici (quindi è usato soprattutto alla 3° persona singolare e plurale). Nel parlato indica che i fatti riportati sono sentiti cronologicamente o psicologicamente lontani da chi parla.
Il passato prossimo, invece, è il tempo dellla narrazione orale o scritta informale: è usato nelle lettere, negli articoli di giornale ecc.
Secondo l'ortodossia grammaticale si utilizza il passato remoto quando ci si riferisce a momenti del passato piuttosto distanti o i cui effetti non durano al momento dell'enunciazione; in realtà il passato remoto è soprattutto la risorsa per narrare le vicissitudini personali del passato, permanenti nella memoria, degne di essere trasmesse perché considerate paradigmi di esperienze formative: non più (o non solo) strumento adatto a richiamare solo epoche remote, né tempo verbale tipico dei meridionali e dimenticato dai settentrionali, ma risorsa linguistica fornita di carica emotiva: uno strumento necessario a esprimere quella tendenza tutta umana di "sacralizzare un'esperienza del vissuto". Al processo di reminescenza, messo in moto dalle
 sollecitazioni contestuali esterne del momento, seguirà la narrazione in cui si trasmetterà tutto il sentimento di "quello e solo quel momento" importante della propria o altrui storia: il peso del passato trasportato all'oggi.
CONIUGAZIONE REGOLARE
ANDARE CREDERE CAPIRE
and -ai cred -ei /etti cap -ii
and -asti cred -esti cap -isti
and -ò cred -é /ette cap -ì
and -ammo cred -emmo cap -immo
and -aste cred -este cap -iste
and -arono cred -erono /ettero cap -irono
CONIUGAZIONI IRREGOLARI
ESSERE: fui, fosti, fu, fummo, foste, furono
AVERE: ebbi, avesti, ebbe, avemmo, aveste, ebbero
DARE: diedi, desti, diede, demmo, deste, diedero
STARE: stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero
Molti verbi in -ERE sono irregolari alla 1° e alla 3° persona singolare e plurale, nelle quali assumono la terminazione (accentata) in -i, -e, -ero che si aggiunge alla radice:
DIRE: diss-i, dicesti, diss-e, dicemmo, diceste, diss- ero
VOLERE: voll- i, volesti, voll-e, volemmo, voleste, voll-ero
CHIEDERE: chies-i, chiedesti, chies-e, chiedemmo, chiedeste, chies- ero.
Tra i numerisi irregolari si possono distinguere tre gruppi principali:
in - si (chiesi)
in - ssi (dissi)
con il raddoppiamento della consonante (volli).
Ci sono regole ma veramente è quasi più semplice imparare i verbi
Diamo di seguito i verbi irregolari più usati con la prima persona da cui ricavare le altre:
accendere accesi   nascere nacqui
accorgersi mi accorsi   nascondere nascosi
ammettere ammisi   offendere offesi
apparire apparvi   perdere persi
attendere attesi   persuadere persuasi
bere bevvi   piacere piacque
chiedere chiesi   piangere piansi
chiudere chiusi   piovere piovve
coinvolgere coinvolsi   reggere ressi
commuovere commossi   rendere resi
comprendere compresi   reprimere repressi
concludere conclusi   respingere respinsi
conoscere conobbi   ridere risi
convincere convinsi   riflettere riflessi
correre corsi   rispondere risposi
costrigere costrinsi   rivolgere rivolsi
crescere crebbi   rompere ruppi
decidere decisi   sapere seppi
deludere delusi   scendere scesi
difendere difesi   sconfiggere sconfissi
diffondere diffusi   sconvolgere sconvolsi
dipingere dipinsi   scrivere scrissi
dire dissi   scuotere scossi
dirigere diressi   smettere smisi
discutere discussi   sorgere sorsi
distruggere distrussi   sospendere sospesi
dividere divisi   spegnere spensi
escludere esclusi   stendere stesi
esplodere esplosi   succedere successi
esprimere espressi   svolgere svolsi
fare feci   tingere tinsi
giungere giunsi   togliere tolsi
leggere lessi   uccidere uccisi
mettere misi   valere valsi
mordere morsi   venire venni
muovere mossi   vincere vinsi

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