1 - Sillabe e Monosillabi
Fa o fa’? Li o lì? Se o sé?…
Fa o fa’? Li o lì? Se o sé?…
Ci sono SILLABE (due / tre lettere) che cambiano significato a seconda di come sono scritte, accentate o apostrofate. Eccole in ordine alfabetico:
Ce o C’è
ce : particella pronominale (si usa con altre particelle. MAI dire “ce lo dico io” perché dialettale.
Si deve invece dire “glielo dico io”)
es. : non ce ne importa niente
c’è : significa “si trova, esiste, esserci”
es. : sul tavolo c’è un libro
Da, Dà o Da’
da : preposizione semplice
es. : vengo da Parigi
dà : 3° pers. sing. indic. pres. verbo “dare”
es. : Maria dà un bacio a me
da’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “dare” (sta per “dai tu”, con elisione dell’ultima lettera e
quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : da’ un bacio a Maria
Di, Dì o Di’
di : preposizione semplice
es. : il libro di storia
dì : sostantivo (poco usato)
es. : il dì successivo, alle sei…
di’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “dire” (sta per “dici tu”, con elisione dell’ultima sillaba e
quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : di’ qualcosa, non tacere!
Do
do : nota musicale
es. : do, re, mi, fa, sol, la, si
do : 1° pers. sing. indic. pres. verbo “dare” (non si accenta, perché difficilmente si può confondere
con la nota musicale)
es. : io do retta a tutti
Fa o Fa’
fa : nota musicale
es. : una marcia in fa
fa : 3° pers. sing. indic. pres. Verbo “fare”
es. : Elena fa i compiti
fa’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “fare” (sta per “fai tu”, con elisione dell’ultima lettera e quindi
si scrive con l’apostrofo)
es. : fa’ attenzione a cosa dici
La o Là
la : nota musicale
es. : dammi il la
la : art. det. femm. sing.
es. : la merenda è sul tavolo
là : avverbio
es. : il tuo libro è là sul tavolo
Li o Lì
li : art. det. m. pl.
es : li ho visti
lì : avverbio
es : stanno lì sul tavolo
Ne, Né o N’è
ne : particella pronominale
es. : ne vuoi un po’?
né : negazione
es. : non disse nulla né pianse; non voglio né questo né quello
n’è : part. pron. + verbo essere
es. : non ce n’è più, la torta è finita
Se o Sé
se : congiunzione
es. : se piove, non vengo
sé : pronome personale (unito a “stesso” può anche non essere accentato)
es. : L’attore intervistato parla di sé
es. : L’autore si riferisce a se/sé stesso
Si o Sì
si : pronome riflessivo
es. : Mario si lava
si : nota musicale
es. : do, re, mi, fa, sol, la, si
sì : particella affermativa
es. : alla domanda ho risposto di sì
Sta o Sta’
sta : 3° pers. sing. indic. pres. verbo “stare”
es. : Marco sta fermo al suo posto
sta’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “stare” (sta per “stai tu” e quindi si scrive con l’apostrofo)
es. : sta’ fermo!
Te, Tè o The
te : pronome personale. Complemento
es. : la mamma chiama proprio te
te : particella pronominale
es. : te ne pentirai
tè : italianizzazione del termine inglese “tea” (anche “The” è corretto, ma senza accento)
es. : alle cinque bevo sempre il tè (o the)
Va o Va’
va : 3° pers. sing. indi. pres. verbo “andare”
es. : Mario va a scuola
va’ : 2° pers. sing. imperativo verbo “andare”
es. : va’ subito a casa e obbedisci!
Poiché è frequente la confusione tra accento e apostrofo, ecco un elenco di parole che vanno sempre e solo scritte CON APOSTROFO, anche se, parlando, sembra che siano parole accentate, ma, scrivendo, bisogna, invece tenere conto del loro significato (gli esempi aiutano a comprendere):
da’ - es. : Carla, da’ il libro a Giovanni!
di’ - es. : Mario, di’ con parole tue cosa hai capito
fa’ - es. : Muoviti, fa’ in fretta, perché è tardi
mo’ - es. : Dire a mo’ d’esempio
po’ - es. : Un po’ di pane
sta’ - es. : Marco, sta’ fermo, per piacere!
va’ - es. : Fabio, va’ dritto a casa e non fermarti per strada
Particolare attenzione va prestata al modo in cui si scrive l’articolo indeterminativo UN / UNO, UNA / UN’ quando la parola che segue inizia con vocale. Ecco degli esempi:
un asino raglia, un elefante nella boscaglia, un orso marsicano, un intelligente progetto, un ulteriore rinvio.
In questi casi l’ARTICOLO è MASCHILE e NON VIENE APOSTROFATO.
un’amica sincera, un’edera rampicante, un’orsa e i suoi orsacchiotti,
un’ira improvvisa, un’uva molto matura.
In questi casi, poiché l’ARTICOLO è FEMMINILE, VIENE APOSTROFATO.
Quando UN / UN’ fanno parte di aggettivo o pronome composto seguono la stessa regola ortografica.
es. : qualcun altro dica pure queste sciocchezze
nessun uomo dorma in questi momenti tragici
qualcun’altra ti amerà più di me?
nessun’altra nuotatrice ha mai vinto quel premio
ATTENZIONE!
* Non bisogna mai apostrofare la consonante “c” seguita dalle forme verbali del verbo avere inizianti per “h” oppure davanti a parole inizianti con vocale “a” / “o” / “u”.
Per esempio, “che c’azzecca” è sbagliato, oppure “c’ha detto” o ancora “c’udirai” (nel senso di “ci, cioè a noi, ha detto” e “ci udirai, cioè udirai noi”).
La particella pronominale “ci” NON si apostrofa MAI e non conserva suono dolce nei casi suddetti!
* Gli aggettivi TALE e QUALE seguiti da parola iniziante per vocale NON SI APOSTROFANO MAI, neanche se seguiti da parola femminile.
Quando appaiono nella forma TAL o QUAL hanno subito un troncamento, non un’elisione e quindi NON si apostrofano (qual è ).
* Soprattutto per i poeti, che hanno problemi di conteggio di sillabe, ricordiamo che l’articolo maschile plurale GLI si apostrofa SOLO davanti a parola che inizia per “i”.
es. : gli inglesi oppure gl’inglesi
Ma scriveremo: gli amici, gli ospiti, gli uccelli, gli elefanti…
E’ appena il caso di ricordare che davanti a “z”, “x”, “gn”, “ps”, “s + consonante (s impura)” si usa sempre l’articolo “gli”.
es. : gli zoccoli, gli xenofobi, gli gnocchi, gli gnomi, gli psichiatri, gli psicologi, gli sciocchi, gli spensierati, gli stupidi, …
* Gli articoli LO e LA si apostrofano davanti a parola iniziante per vocale.
es. : l’angelo, l’esquimese, l’ordine, l’intrigo, l’usciere, l’amica, l’edera, l’organizzazione, l’istrice, l’uva
4 - Elisione. Con Apostrofo
È una scelta eufonica che riguarda l'eliminazione dell'ultima vocale atona (=senza accento) di una parola mono/bisillabica e quindi vi è sempre un apostrofo:
- lo / la, una (e composti), questo / questa, quello / quella.
es.: l'albero, l'uva (art. det.)
l'ho detto, l'ha rimproverato (pronome personale)
un'altra cosa, nessun'altra cosa
quest'orso, quest'oca
quell'oca, quell'orso
- di / mi / ti / si / vi
es.: d'Italia, m'ha detto, t'alzi, s'inalberano, v'illudete.
- da che si elide in alcune frasi idiomatiche
es.: d'altronde, d'ora innanzi, d'altro canto
- ne e su (quest'ultima particella solo davanti a parola iniziante per "u")
es.: se n'andò, s'un tavolo
- Santo, come, senza
es.: Sant'Antonio, così com'è, senz'altro
5 - Troncamento. Senza Apostrofo
È la caduta della sillaba o della vocale finale della parola, senza che sia necessario apostrofare. A differenza dell’Elisione (che può avvenire solo davanti ad una parola che inizia per vocale) il Troncamento può esserci anche quando la parola seguente inizia per consonante.
Quando una parola subisce il troncamento, è detta “tronca”.
es.: qual buon vento,
qual è il senso di ciò,
un buon amico,
nessun altro,
fior di pesco,
il far assegnamento ...,
un gran bel sogno,
signor Antonio.
Dagli esempi qui sopra riportati, si deduce la profonda differenza tra elisione sempre indicata dall'apostrofo e troncamento, sempre senza apostrofo, tranne i seguenti casi:
po’ (sta per “poco”)
es: dammene un po’
mo’ (sta per “modo”)
es: a mo’ di …
Imperativi monosillabici: da', di', fa', sta', va
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