giovedì 13 gennaio 2011

GIOCONDA/ Altro che Dan Brown: il segreto del Codice da Vinci è il ponte del Diavolo




Una storica dell’arte italiana rivendica di avere risolto il mistero del Codice Da Vinci. Riuscendo per la prima volta a identificare il ponte alle spalle di Monna Lisa nel celebre ritratto della Gioconda.

PONTE DEL DIAVOLO - Per secoli il sorriso enigmatico della donna che compare nel quadro ha intrigato gli esperti con numerose teorie e suggestioni presentate come la vera storia del capolavoro di Leonardo da Vinci. Il mese scorso una serie di numeri e lettere erano stati identificati da un’altra ricerca negli occhi di Monna Lisa, così come sul ponte sullo sfondo, sopra la sua spalla sinistra. Ora – come rivela il quotidiano inglese Daily Mail - la storica dell’arte, Carla Glori, afferma che il ponte gobbo di pietra sarebbe quello che si estende sopra il fiume Trebbia a Bobbio, vicino a Piacenza, noto appunto come Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo. Un’infrastruttura antichissima, costruita nel settimo secolo dai monaci del’Abbazia di San Colombano. La teoria della professoressa Glori sembrerebbe quasi derivare dalle pagine romanzate del libro di Dan Brown.
 
MISTERO ALLA DAN BROWN - Nel Codice Da Vinci si afferma che il quadro della Gioconda conterrebbe indizi nascosti sul luogo in cui si trova il Sacro Graal, la coppa utilizzata da Cristo durante l’ultima cena. Il libro, trasformato in seguito in un film di Hollywood, con Tom Hanks come protagonista, contiene molte affermazioni inventate, come quella secondo cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena. La professoressa Glori, autrice di un libro dal titolo «Enigma Leonardo: la Gioconda, in memoria di Bianca», afferma di essere certa che la donna nel dipinto sia Bianca Giovanna Sforza. Monna Lisa sarebbe cioè la figlia di Ludovico il Moro, signore di Bobbio oltre che duca di Milano tra 1494 e 1500. E non a caso negli occhi della Gioconda sarebbero state individuate due lettere, G e S, iniziali di Giovanna Sforza. La professoressa Glori rivela che, «grazie alle mie ricerche, ho identificato il soggetto come Bianca Giovanna Sforza e il ponte sullo sfondo è quello che si estende sopra il fiume Trebbia a Bobbio».
 
LEONARDO A BOBBIO – «Cinque secoli fa Bobbio era un importante centro di cultura, famoso per la sua biblioteca, oltre che un crocevia importante grazie al castello situato nella città – spiega sempre Glori -. E’ altamente probabile che Da Vinci abbia visitato Bobbio a causa della sua famosa biblioteca e che abbia dipinto il ritratto a memoria pochi anni più tardi, probabilmente mentre stava vivendo in Francia. Ovviamente nel corso dei secoli la configurazione del paesaggio è mutata, ma la strada a serpentina visibile sullo sfondo del ritratto di Monna Lisa è ancora visibile a Bobbio». L’esperta ha aggiunto che la struttura del ponte arcuato che compare nel quadro è simile a quello che attraversava il fiume Trebbia e che è stato spazzato via nel 1472, per essere poi ricostruito. Gli abitanti di Bobbio sarebbero anch’essi convinti che il ponte che si erge tuttora su numerosi archi irregolari sia lo stesso che compare nel quadro della Gioconda. La valle in cui sorge Bobbio è stata definita da Ernest Hemingway come la più bella del mondo.
 
LA LEGGENDA DEL PONTE - Secondo la leggenda il ponte sarebbe stato costruito dal Diavolo in una sola notte dopo un patto con San Colombano, che gli aveva promesso di concedergli l’anima del primo viaggiatore che ci sarebbe passato sopra. Ma quando il ponte fu pronto, il santo irlandese fece passare di lì un cagnolino beffando così il Demonio. Martin Kemp, esperto di Leonardo da Vinci e professore in pensione della Oxford University, ritiene però che la teoria di Carla Glori non sia convincente. «Il ritratto è quasi certamente della nobildonna italiana Lisa del Giocondo, per quanto questo possa essere privo di romanticismo e di mistero - ha dichiarato Kemp -. Ci sono stati diversi tentativi di identificare il panorama con un luogo preciso, ma non trovo che la somiglianza con il ponte di Bobbio sia così stretta. Ho grandi riserve su tutti i tentativi di trovare qualche oscuro significato nascosto nelle opere d’arte del Rinascimento».
 
LETTERE NEGLI OCCHI - Eppure un mese fa Silvano Vinceti, il presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici e Culturali di Pavia, ha annunciato di avere scoperto delle lettere alfabetiche negli occhi della Monna Lisa. «Nell'occhio destro appaiono le iniziali LV, che significherebbero Leonardo Da Vinci. Nell'occhio sinistro invece ci sono dei simboli ancora non meglio identificati. Potrebbero essere la lettera C, la E o anche la B. Sappiamo per certo che Da Vinci usava spesso i simboli per comunicare qualche cosa, per cui possiamo essere certi che questi messaggi individuati negli occhi della Gioconda provengono da lui». Vinceti dichiara poi che in un ponte che si vede nello sfondo del dipinto appare il numero 72, ma non è ancora sicuro se sia invece una L e un 2. Invisibili a occhio nudo ma visibili con una lente di ingrandimento di grande potenza, i simboli sarebbero stati individuati grazie alla scoperta di un libro molto antico che ne parlava.
 
IL SORRISO DI LISA - Mentre nel novembre 2009 due ricercatori spagnoli avevano sostenuto che il segreto del misterioso sorriso della donna ritratta dipenderebbe solo dagli occhi di chi osserva il quadro. Quella che a molti appare come una espressione mutevole, dipende dalle diverse cellule che compongono la retina e che trasmettono informazioni diverse fra loro al cervello. I canali di trasmissione delle informazioni hanno lo scopo di codificare i dati relativi alla grandezza di un oggetto, alla luminosità, ai colori e alla posizione. Questi canali possono variare ogni volta che si osserva un oggetto. Nel caso del dipinto di Leonardo, se un canale prende il sopravvento nei confronti di un altro, si vedrà il sorriso oppure no sul volto della Gioconda.
 
Da www.sussidiario.it   (Pietro Vernizzi)


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